Mezzo ironman col botto
Aronamen 2017
Nei miei primi tre anni di triathlon, che mi hanno portato a gareggiare dalla distanza sprint passando per la distanza olimpica fino al mezzo ironman, non mi sono mai affidato ad un coach per la definizione delle tabelle di allenamento: ho sempre fatto molte uscite con i compagni di squadra adattandomi al ritmo del gruppo, a volte troppo alto, altre troppo basso; molte altre uscite le ho fatte da solo, macinando chilometri senza una finalità che non fosse fare strada o cercare di tenere un determinato ritmo in base alle sensazioni del momento.
E poi non si contano gli allenamenti saltati, per mancanza di voglia o di motivazione.
Alla quarta stagione di triathlon ho deciso di dare una svolta e cercare nuovi stimoli allenanti, più costanza ed efficacia nel mio modo di prepararmi per le gare.
In prima istanza ho vagliato dei servizi online che forniscono tabelle di allenamento (ad esempio Training Peaks), ma le distanze indicate in miglia e alcuni acronimi di indicazioni incomprensibili mi avrebbero solo complicato la vita; in più avrei pagato per qualcosa di preconfezionato e non tarato su di me: tanto valeva usare le tabelle di uno dei tanti libri della mia libreria.
Poichè in questi anni alcuni compagni della SGM Triathlon si sono affidati a vari coach e allenatori è cominciata a farsi strada in me l’idea di farmi preparare le tabelle da un professionista: su suggerimento del Pado e del Corti la scelta è ricaduta su Paolo Lazzarin con il suo metodo Human Performance.
Corti mi aveva girato una sua tabella di esempio e una e-mail con un feedback di valutazione di un allenamento, contenente lo screenshot di un grafico di Garmin Connect e delle linee aggiunte.
E proprio questo mi ha convinto: sapere che mi sarebbe arrivato un feedback per ogni allenamento svolto.
Paolo Lazzarin per ogni allenamento o gara manda un’e-mail con la sua analisi: interpretando i grafici di velocità, frequenza cardiaca e dislivello fornisce commenti scientifici sulla prestazione
Ritengo infatti che il commento di un coach sia fondamentale per capire se l’allenamento è svolto in modo corretto e se ci sono margini di miglioramento: è un po’ come correggere i compiti e mettere i voti. Inoltre è un servizio che nessun altro preparatore (tra quelli che conosco) offre.
Ho voluto comunque incontrare Paolo prima di mettermi nelle sue mani perché volevo conoscere il suo metodo, discutere dei miei obiettivi e capire gli acronimi delle tabelle, ma soprattutto volevo che si creasse quella sintonia necessari tra due persone che devono “lavorare insieme”.
Con Paolo ho fatto un primo pacchetto di tre mesi; la cosa che mi ha stupito inizialmente sono stati i carichi di lavoro, molto più bassi del previsto in termini di intensità; ad esempio alcuni allenamenti prevedono di camminare tra una ripetuta e l’altra, cosa per me inaudita: camminare è un disonore quando si corre 🙂
Ma mi sono voluto fidare, eseguendo pedissequamente le indicazioni dei vari allenamenti. Forse all’inizio i carichi erano troppo bassi per il mio livello di partenza e la percezione della fatica era minima, ma sono certo che servivano a Paolo per vedere come reagivo agli stimoli. I ritmi sono aumentati gradualmente, accompagnandomi verso un percorso di crescita e di consapevolezza, grazie ai costanti feedback ricevuti via email: per ogni allenamento caricato su Garmin Connect Paolo fa uno screenshot dei grafici (velocità, frequenza cardiaca e pendenza) e su questi traccia delle linee e capisce se l’esercizio è stato eseguito correttamente, valutando la frequenza di recupero, individuando eventuali crisi di fame o disidratazione.
Grazie a Paolo Lazzarin ho iniziato a conoscere meglio me stesso, come reagisce il mio corpo e come si comporta il mio cuore.
Ho imparato a riconoscere e prevenire gli effetti della disidratazione e le crisi di fame.
Con il tempo non solo ho imparato anche io ad interpretare i grafici, ma anche a conoscere meglio me stesso, le mie frequenze di soglia, le mie necessità di alimentazione e i miei tempi di recupero e soprattutto ho iniziato a capire il perchè di ciò che mi succede durante un allenamento o una gara, che sia l’incapacità di tenere una determinata velocità o l’aumento di battito cardiaco ingiustificato.
La prima gara obiettivo concordata per i primi tre mesi è stata il Challenge Rimini 70.3 a maggio 2017, passando ad aprile per la Maratona di Milano, affrontata senza preparazione specifica, ma solo come allenamento al mezzo ironman e chiusa in 3h46m. Ho esteso il supporto di Paolo per altri tre mesi con gli obiettivi del Triathlon Olimpico di Bardolino a giugno e del triathlon medio Aronamen a fine luglio.